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 APPROFONDIMENTI SULLO STILE PRESENTATO AGLI STAGE

Yingzhaoquan

Il Pugilato degli Artigli dell'Aquila ying chao ch'uan 鹰爪拳 è uno stile di arti marziali cinesi del Nord della Cina. È uno stile imitativo (Xiang xingquan) in quanto riproduce le movenze di un'aquila ed è classificato anche come Changquan. Spesso viene chiamato Scuola degli Artigli dell'Aquila.

lo stile dell’artiglio dell’Aquila, o più semplicemente lo stile dell’Aquila, è uno stile tradizionale imitativo i cui movimenti e le cui posizioni sono caratteristici di un animale, in questo caso l’aquila. E’ una mistura degli stili della famiglia Yue e del Fanzi Quan, e per questo è anche chiamato Yingzhao Fanzi Quan, stile delle movenze veloci dell’artiglio dell’aquila. E’ stato così chiamato per via della posizione che assumono le mani durante l’esecuzione, che ricordano gli artigli di un’aquila. Le forme tradizionali dello stile dell’Aquila si dice siano state codificate durante la reggenza del generale Yue Fei della dinastia Song. Un monaco della dinastia Ming chiamato Li Quan approfondì i concetti essenziali dello stile della famiglia Yue combinandoli con il Fanzi Quan e con la boxe dell’Artiglio dell’aquila dando vita allo stile delle Movenze veloci dell’artiglio dell’aquila. Li Quan insegnò lo stile al monaco Fa Cheng che successivamente lo tramandò a Liu Shijun della contea di Xiongxian nella provincia dell’Hebei. Liu Shijun era nato in una famiglia povera e viveva vendendo tabacco ma la sua passione erano le arti marziali. Un giorno, terminata la vendita del tabacco, si recò in una piccola locanda. Mentre praticava arti marziali da solo, il monaco Fa Cheng che casualmente si trovava nella stessa locanda, si svegliò sentendo i rumori; dopo che ebbe terminato i propri esercizi, il monaco disse a Liu Shijun che le sue esecuzioni erano buone per il mantenimento della salute, ma non per combattere i nemici. Liu si annoiava per le considerazioni del monaco e gli chiese di combattere con lui, e i due combatterono. Entusiasta di vincere, Liu scagliò tre attacchi in successione che vennero tutti facilmente evitati dal monaco; quando lanciò il quarto attacco, il monaco usò una tecnica dell’Artiglio dell’aquila per afferrare il suo polso. Nonostante tutti i tentativi, Liu non riusciva a liberarsi dalla presa del monaco. Fa Cheng allora toccò un punto sulla schiena di Liu e Liu sentì un intorpidimento crescente lungo tutto il corpo e cadde a terra. Realizzato che il monaco era un eccellente combattente, Liu pregò il monaco di insegnargli la tecnica. Egli seguì così il monaco e apprese la tecnica dell’Artiglio dell’aquila ed i suoi segreti. Tre anni dopo Liu lasciò il proprio maestro per lavorare da solo e spese il resto della propria vita studiando l’arte del combattimento e insegnando ai discepoli. Liu Shijun prestò servizio come istruttore di arti marziali presso il quartier generale delle guardie imperiali a Pechino durante la dinastia Qing e insegnò lo stile dell’Aquila a Liu Dekuan, Ji San, Ji Si e al nipote Liu Chengyou. Questi lo tramandò al nipote di sua sorella Chen Zizheng che andò ad insegnarlo nel nordest della Cina, a Shanghai e Guangzhou. La caratteristica della boxe dell’Aquila sono i movimenti semplici ma potenti: quando si muove il praticante attacca inesorabile, mentre quando sta fermo scruta come un’aquila che attende l’attimo per avventarsi sulla preda. Lo stile del nord dell’Artiglio dell’aquila ha come caratteristiche posizioni comode e tecniche semplici che sono esteticamente piacevoli mentre lo stile del sud è più elegante con esecuzioni acrobatiche spettacolari. Ci sono molte diramazioni dello stile dell’Aquila, le cui caratteristiche prevalenti sono portare i colpi di mano ad artiglio, afferrare con entrambi gli artigli, muovere le braccia come le ali durante il volo. Lo stile dell’Aquila è spettacolare, in quanto viene eseguito con una serie di salti acrobatici e camminando in posizione bassa come un’aquila che si lancia in una foresta per cacciare; a volte il praticante corre veloce come una freccia mentre altre sta fermo come un albero; deve dimostrare la maestà, il coraggio e la flessuosità di un’aquila.

 

 

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Perchè fare uno Stage ?

Spesso un allievo si domanda per quale motivo oltre al proprio normale allenamento debba anche partecipare a degli STAGE.

E' importante sottolineare che lo STAGE, non è obbligatorio, sia ben chiaro, però esiste un motivo per il quale fare uno stage è spesso molto più utile di tanti allenamenti.

Uno stage può essere della nostra stessa disciplina oppure di un'altra. Nel caso della disciplina che pratichiamo normalmente di solito possiamo essere attratti da vari fattori: l'argomento, magari un programma avanzato che ci piacerebbe conoscere oppure solo perfezionamento, il fatto di praticare la nostra disciplina con altri praticanti che non sono i soliti che troviamo in palestra.

Lo stage con un'altra disciplina ovviamente di solito ci attrae per il fatto di conoscere qualcosa di diverso da ciò che pratichiamo normalmente così da non poter solo parlarne per sentito dire o per video visti sulla rete, ma perché davvero lo si è provato.

Una cosa fondamentale è l'affrontare l'allenamento con persone che non sono i nostri compagni di allenamento, anche se poi molti non lo fanno, ma preferiscono sempre allenarsi con qualcuno che già conoscono, ma in questo modo si perde una delle migliori occasioni per confrontarsi, capire ed imparare. Che sia uno stesso praticante di Kwoon - Dojo che arrivi da una disciplina differente, allenandosi con un praticante che non conosciamo apporterà comunque alla nostra pratica un qualcosa in più, e questo è uno dei fondamenti che un praticante iscritto ad uno stage dovrebbe apprendere.

Lo stage può dare estremi benefici alla nostra pratica, se vogliamo che la nostra pratica raccolga negli anni qualcosa di differente rispetto alla "normalità" di chi si allena lo stretto indispensabile. Negli anni, se si andrà avanti, questo cambierà la nostra visione di molte cose, e ci renderà più aperti mentalmente con un bagaglio tecnico più ampio.

Non crediamo che lo stage vada visto per forza con l'idea di tornare nel proprio Kwoon o Dojo e ricordarsi alla perfezione ciò che si è imparato in poche ore. Non crediamo possa essere questo il suo scopo, ma può avere molteplici scopi, tra cui l'arricchire il nostro bagaglio tecnico di insegnamenti diversi dai soliti che un giorno potranno tornarci in mente ed essere utili, aggiungere alla nostra pratica un qualcosa che abbiamo colto dal maestro che teneva il seminario, o addirittura far notare piccoli errori di pratica che fino a quel momento non ci eravamo resi conto di avere, oppure può essere visto come prova per se stessi di capire cosa riusciamo ad immagazzinare in 3, 4, 6 ore di stage di un programma a noi sconosciuto. Crediamo che un buon praticante, con anni di allenamento alle spalle possa differenziarsi anche in questo, non solo su quanto è bravo e capace nell'eseguire determinate tecniche, ma quanto riesce ad apprendere, ricordare e caricare nel proprio bagaglio tecnico dopo aver frequentato uno Stage.

Se avete il tempo da dedicare ad uno stage fatelo.

Ovvio, il programma deve richiamare la vostra attenzione, ma non per forza deve essere qualcosa che voi non conoscete, molte volte il miglior stage lo farete su una parte del programma che già avete appreso, perché è probabile abbiate l'occasione di impararlo meglio. Anche se lo stage è tenuto dal vostro stesso insegnante, ma è uno stage aperto a molte persone, cogliete l'occasione, perché il vostro insegnante potrebbe mostrare in quel momento un lato diverso da quello che è l'insegnamento in palestra e vi aprirà la mente.

Non esiste un limite di "anzianità" di pratica per poter frequentare uno Stage, il limite è solo mentale. Se uno pensa di non aver più o mai bisogno di altri insegnamenti, crediamo abbia terminato la propria carriera nelle arti marziali.

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