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 APPROFONDIMENTI SULLO STILE PRESENTATO AGLI STAGE

 

Cos'è il kung fu Shaolin

Il kung fu Shaolin è uno degli stili principali e più antichi di arti marziali cinesi. Secondo molti degli studiosi, è da considerarsi il padre del kung fu cinese.

Le arti marziali Shaolin hanno origine tra le mura dell'omonimo tempio buddista situato tra i monti Songshan nella provincia dello Henan. Questo stile di kung fu coniuga allenamento fisico, meditazione e studio dei principi e delle teorie del Buddhismo.

Basato sui precetti buddisti, il kung fu Shaolin predica la non violenza. Come gli altri stili di arti marziali cinesi, infatti, il kung fu Shaolin è usato solo come tecnica di autodifesa: anche l'allenamento prevede una maggiore enfasi sulle posizioni e le tecniche di difesa. I movimenti principali si basano su due principi fondamentali: contrastare il colpo dell'avversario con la forza e utilizzare la forza del colpo avversario a proprio favore per il contrattacco.

Secondo gli storici, la nascita del kung fu Shaolin è strettamente connesso con la crescita delle relazioni tra India e Cina, con gli scambi lungo la via della Seta, a partire dal I secolo durante la dinastia Han (206 a.C. - 220 d.C.). I frequenti viaggi dei monaci tra i due paesi portano a una prima diffusione del Buddhismo nell'Impero cinese.

L'origine del kung fu Shaolin è a metà tra storia e leggenda. Si tramanda che nel 495 d.C. il monaco buddista indiano Buddhabhadra, o Ba Tuo, arriva in Cina e raggiunge la corte dell'imperatore Xiaowen della dinastia Wei Settentrionale (386 - 534 d.C.). Dopo aver rifiutato l'invito a diventare un insegnante delle scritture buddhiste a corte, decide di ritirarsi sui monti Songshan per costruire un tempio. È proprio qui che, con il favore dell'imperatore Xiaowen, nasce il tempio di Shaolin, che in cinese significa “piccola foresta”.

Un'altra storia lega l'origine del kung fu Shaolin alla figura del monaco indiano Bodhidharma. Mentre era in visita al neonato tempio di Shaolin, Bodhidharma avrebbe insegnato i principi del Buddhismo Chen (meglio conosciuto come Buddismo Zen) e alcune tecniche di meditazione e combattimento, che sarebbero diventate la base per la nascita del kung fu Shaolin vero e proprio. 

Tra la dinastia Sui (581 - 618) e la dinastia Tang (618 - 907), il kung fu Shaolin conosce uno dei periodi di massimo splendore. Alla fine della dinastia Sui la situazione politica cade in uno stato di caos. Tredici monaci guerrieri si schierano con Li Shimin, che successivamente diventa l’Imperatore Taizong della dinastia Tang. Quest'arte marziale guadagna quindi il massimo rispetto a corte, il tempio viene nominato “Tempio Supremo” e si incoraggiano le truppe imperiali a impararne le mosse.

Durante le dinastie Song (960 - 1279) e Ming (1368 - 1644), il kung fu Shaolin si sviluppa e acquista un'importanza sempre maggiore. I monaci guerrieri del tempio Shaolin si sono schierati più volte a difesa delle casate regnanti, per esempio contro l’armata di Jin poco prima della caduta dell'Impero Song e, durante la dinastia Ming, contro gruppi di banditi e in alcune importanti battaglie contro i pirati giapponesi.

Agli inizi della dinastia Qing (1644 – 1911 d.C.) il tempio diventa rifugio dei ribelli fedeli alla corte Ming: il kung fu Shaolin viene quindi proibito e il tempio raso al suolo per ordine dei nuovi imperatori. Solo nel XVIII secolo con l'imperatore Kangxi, sempre della dinastia Qing, il kung fu Shaolin riacquista il favore della corte. 

Il tempio Shaolin viene distrutto e saccheggiato quando, con la Rivoluzione Culturale (1966 - 1976) si decide di spazzare via tutti i residui di religione, superstizioni e cultura feudale. Le arti marziali vengono bandite per i legami con Buddhismo e Taoismo. Nel giro di qualche decennio, con l'arrivo sui grandi schermi holliwoodiani di artisti del calibro di Bruce Lee e Jet Li, il kung fu Shaolin e gli altri stili riacquistano prestigio in patria, diventando uno dei simboli della cultura cinese.

Stili e tecniche del kung fu Shaolin

Il kung fu Shaolin è considerato il più acrobatico e coreografico tra le arti marziali cinesi. Questo stile di combattimento è caratterizzato da rovesciate, salti, scivolate e calci. Si fa uso anche di alcune armi tradizionali, come le diverse tipologie di lancia, spada e pugnale, che rendono il combattimento ancora più spettacolare.

Nel corso della lunga storia del kung fu Shaolin si sono sviluppati diversi stili derivati, ognuno con le sue tecniche specifiche. I registri ufficiali parlano di centinaia di stili, sia di lotta libera, sia di lotta con armi. I primi monaci guerrieri, osservando la natura, si sono lasciati ispirare dai movimenti degli animali e hanno creato uno degli stili più famosi del kung fu Shaolin, il kung fu dei Cinque Animali (Drago, Tigre, Gru, Leopardo, Serpente), che ha acquisito notorietà anche grazie al film di animazione Kung Fu Panda.

Principi del kung fu Shaolin

Il Buddhismo è la base filosofica e spirituale di questa arte marziale cinese: i dettami e gli insegnamenti della filosofia buddista giocano un ruolo chiave nel plasmare lo stile di vita di un praticante di kung fu Shaolin. Ecco perchè, oltre ai duri allenamenti per rafforzare il fisico, la pratica si serve anche di esercizi di meditazione, respirazione profonda e momenti di riflessione sugli insegnamenti del Buddha.

I monaci Shaolin si allenano tutta la loro vita in diverse discipline e seguono una rigida dieta che segue i principi vegetariani del Buddhismo.

Un monaco Shaolin conduce prima di tutto una vita spirituale e crede nella non violenza. Il kung fu è solo un aspetto della vita al tempio.

Come si allenano i monaci Shaolin

Per praticare il kung fu Shaolin serve allenare la flessibilità di muscoli e articolazioni, concentrandosi anche al rafforzamento delle ossa. Si praticano anche esercizi per la respirazione e per migliorare la circolazione sanguigna e del qi (l'energia interna), con l'obiettivo di mantenere la salute di tutto il corpo.

I monaci del tempio Shaolin si alzano tutte le mattine alle 5 e iniziano ad allenarsi prima di colazione, a stomaco vuoto, con circa 20 minuti di esercizi di meditazione e Qigong, per favorire il risveglio corporeo, la circolazione del qi e la concentrazione. Segue un'ora di riscaldamento ed esercizi di kung fu (dalle 5.30 alle 6.30 circa) e un'ora di lezione sul Buddismo. La colazione va dalle 7.45 alle 8.30 e una volta finito, il resto della mattinata è dedicata ai lavori manuali nel tempio. Dalle 11.30 alle 12.30 è ora di pranzo e fino alle 14.00 i monaci hanno del tempo per riposare. Il pomeriggio è invece dedicato al kung fu, con esercizi più intensi e mirati, a cui segue un'altra lezione sul Buddismo prima di cena. Tra la cena e l'orario del riposo (intorno alle 23) è prevista un'altra sessione di allenamenti di kung fu.

L'allenamento si basa sullo sviluppo della forza, della velocità e dell'equilibrio delle gambe e dei piedi, con una parte dedicata allo sviluppo dei muscoli e degli arti superiori per rafforzare l'efficacia dei pugni e dei colpi con le mani. L'allenamento del kung fu Shaolin consiste nella ripetizione delle sequenze di difesa e attacco, lotta, esercizi a corpo libero, percorsi a ostacoli, corsa, coordinamento, equilibrio e addestramento per utilizzare alcune armi classiche, come lance e pugnali.

Gli esercizi del kung fu Shaolin insegnano a concentrare la forza e l'energia dove è più necessaria per un determinato movimento: ogni parte del corpo, ogni articolazione, ogni muscolo, diventano così portatori di forza ed essenziali nel combattimento.

Come diventare monaco guerriero Shaolin

Si diventa monaci Shaolin solo con l'ammissione al tempio o frequentando un'accademia certificata che insegna lo stile di vita dei monaci, il kung fu e i principi della filosofia buddista.

Anche gli allievi stranieri sono accolti nelle scuole del tempio Shaolin e nelle altre accademie di kung fu della Cina.

Il viaggio per diventare un monaco guerriero non è facile, disciplina e controllo di sé sono due elementi essenziali, inoltre bisogna rinunciare a tutti i desideri che riguardano la natura materiale della vita, si dovrebbe adottare il vegetarismo e impegnarsi a non ferire o uccidere alcuna creatura vivente. Nella maggior parte delle scuole tradizionali di arti marziali Shaolin, il programma di formazione è molto rigoroso e richiede disciplina e devozione fin dall'inizio.

Lo spirito della Cerimonia Tradizionale Baishi

拜師 - BAISHI - LA CERIMONIA DEL SALUTO

Baishi è il termine cinese che viene usato per identificare un cerimoniale con cui, nel quadro del rapporto Maestro - Discepolo, si sancisce l'ufficialità della trasmissione delle tecniche marziali e l'accesso ai segreti dell'arte.

Nelle arti marziali si sente parlare di maestri, gran maestri, shifu, insegnanti, istruttori e allenatori, ora se questi titoli li inquadriamo in senso sportivo, dilettantistico e amatoriale vanno seguite le disposizioni del CONI e degli enti di promozione sportiva deputati al rilascio dei suddetti titoli che hanno valenza legale sul territorio nazionale. Invece se si vuole fare un discorso di arte marziale tradizionale cinse, l'ufficialità si ottiene con un titolo che sancisce la trasmissione marziale legata ad un lignaggio che non può essere inventato, copiato o presunto per il fatto di essere stati gli allievi di questo o quel maestro.

Per lignaggio si intende una stirpe o una discendenza da un predecessore già a sua volta scelto da un suo predecessore e così via a ritroso fino al capostipite dell'albero genealogico marziale di cui si fa parte. Nelle arti marziali tradizionali cinesi questo tipo di "appartenenza" si definisce chiaramente con un sistema rituale definito 拜師 - Baishi o cerimonia del saluto.

Tornando alla cerimonia del 拜師 - Baishi, essa caratterizza l'ingresso di un nuovo discepolo in una relazione che prende a modello il rapporto parentale della famiglia, nonno, padre, figlio, fratelli, sorelle etc. etc.

Qui la parola discepolo assume connotati differenti dalla parola allievo in quanto l'allievo o studente (學生 - 学生 xuésheng) è appunto uno studioso di arti marziali che frequenta la scuola e riceve i suoi insegnamenti come tutti gli altri mentre il Discepolo (徒弟 - 徒弟 túdi) è colui che è entrato formalmente nel "clan" o sistema famigliare di trasmissione delle conoscenze marziali, di studio e apprendimento.

A sancire questo momento di ingresso nella famiglia marziale, di accettazione del túdi da parte del maestro fanno parte una serie di rituali che possono variare nella forma ma che in sostanza prevedono cerimonie simili fra loro che comprendono i saluti verso gli antenati marziali e verso il maestro.

A questi saluti va aggiunta la consegna del Wude 武德 - morale marziale o morale militare ovvero un compendio di regole da accettare e rispettare.

 

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Perchè fare uno Stage ?

Spesso un allievo si domanda per quale motivo oltre al proprio normale allenamento debba anche partecipare a degli STAGE.

E' importante sottolineare che lo STAGE, non è obbligatorio, sia ben chiaro, però esiste un motivo per il quale fare uno stage è spesso molto più utile di tanti allenamenti.

Uno stage può essere della nostra stessa disciplina oppure di un'altra. Nel caso della disciplina che pratichiamo normalmente di solito possiamo essere attratti da vari fattori: l'argomento, magari un programma avanzato che ci piacerebbe conoscere oppure solo perfezionamento, il fatto di praticare la nostra disciplina con altri praticanti che non sono i soliti che troviamo in palestra.

Lo stage con un'altra disciplina ovviamente di solito ci attrae per il fatto di conoscere qualcosa di diverso da ciò che pratichiamo normalmente così da non poter solo parlarne per sentito dire o per video visti sulla rete, ma perché davvero lo si è provato.

Una cosa fondamentale è l'affrontare l'allenamento con persone che non sono i nostri compagni di allenamento, anche se poi molti non lo fanno, ma preferiscono sempre allenarsi con qualcuno che già conoscono, ma in questo modo si perde una delle migliori occasioni per confrontarsi, capire ed imparare. Che sia uno stesso praticante di Kwoon - Dojo che arrivi da una disciplina differente, allenandosi con un praticante che non conosciamo apporterà comunque alla nostra pratica un qualcosa in più, e questo è uno dei fondamenti che un praticante iscritto ad uno stage dovrebbe apprendere.

Lo stage può dare estremi benefici alla nostra pratica, se vogliamo che la nostra pratica raccolga negli anni qualcosa di differente rispetto alla "normalità" di chi si allena lo stretto indispensabile. Negli anni, se si andrà avanti, questo cambierà la nostra visione di molte cose, e ci renderà più aperti mentalmente con un bagaglio tecnico più ampio.

Non crediamo che lo stage vada visto per forza con l'idea di tornare nel proprio Kwoon o Dojo e ricordarsi alla perfezione ciò che si è imparato in poche ore. Non crediamo possa essere questo il suo scopo, ma può avere molteplici scopi, tra cui l'arricchire il nostro bagaglio tecnico di insegnamenti diversi dai soliti che un giorno potranno tornarci in mente ed essere utili, aggiungere alla nostra pratica un qualcosa che abbiamo colto dal maestro che teneva il seminario, o addirittura far notare piccoli errori di pratica che fino a quel momento non ci eravamo resi conto di avere, oppure può essere visto come prova per se stessi di capire cosa riusciamo ad immagazzinare in 3, 4, 6 ore di stage di un programma a noi sconosciuto. Crediamo che un buon praticante, con anni di allenamento alle spalle possa differenziarsi anche in questo, non solo su quanto è bravo e capace nell'eseguire determinate tecniche, ma quanto riesce ad apprendere, ricordare e caricare nel proprio bagaglio tecnico dopo aver frequentato uno Stage.

Se avete il tempo da dedicare ad uno stage fatelo.

Ovvio, il programma deve richiamare la vostra attenzione, ma non per forza deve essere qualcosa che voi non conoscete, molte volte il miglior stage lo farete su una parte del programma che già avete appreso, perché è probabile abbiate l'occasione di impararlo meglio. Anche se lo stage è tenuto dal vostro stesso insegnante, ma è uno stage aperto a molte persone, cogliete l'occasione, perché il vostro insegnante potrebbe mostrare in quel momento un lato diverso da quello che è l'insegnamento in palestra e vi aprirà la mente.

Non esiste un limite di "anzianità" di pratica per poter frequentare uno Stage, il limite è solo mentale. Se uno pensa di non aver più o mai bisogno di altri insegnamenti, crediamo abbia terminato la propria carriera nelle arti marziali.

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